Aree di Intervento
Di seguito un elenco delle aree di intervento:
– Disturbi depressivi: sono caratterizzati da un’alterazione dell’umore, rappresentata da tristezza di diversa gravità, senso di solitudine, mancanza di speranza, contrarietà, sensi di colpa e dubbi. Tali sintomi, generalmente normali durante il corso della vita, possono diventare problematici se frequenti, particolarmente intensi o con effetti più durevoli nel tempo.
– Distimia: una forma di depressione minore nel senso che comporta una minore compromissione delle relazioni sociali e dell’attività lavorativa. Si presenta con disturbi lievi, ma con andamento cronico.
– Disturbi bipolari: sindromi caratterizzate da un’alternanza fra le condizioni di fasi depressive (caratterizzate da un umore particolarmente basso, una marcata e profonda tristezza e dalla sensazione che non ci sia più nulla in grado di dare piacere) e fasi maniacali (contraddistinte da un umore particolarmente euforico, dalla sensazione che tutto sia possibile e da un ottimismo eccessivo).
– Ciclotimia: disturbo dell’umore, caratterizzato da periodi alternanti di depressione e di ipomania (che devono protrarsi per almeno due anni).
L’ansia è un’emozione che serve a proteggerci da quelli che avvertiamo come pericoli provenienti dal mondo esterno. Tuttavia, quando la sua intensità aumenta, può generare un elevato livello di tensione, disagio, malessere che può assumere varie forme, trasformandosi per esempio in:
– Disturbo d’Ansia generalizzata: costante ed ingiustificato senso di preoccupazione verso qualsiasi evento, che raggiunge una tale gravità da causare una sintomatologia che persiste per almeno sei mesi, compromettendo la qualità di vita delle persone che ne sono affette facendole vicere in uno stato di tensione continua
– Disturbo da Attacchi di Panico: improvviso senso di paura estrema senza alcun motivo particolare o apparente, durante il normale svolgimento delle attività quotidiane che solitamente raggiunge la massima intensità entro 10 minuti ed i cui sintomi sono caratterizzati da iperventilazione, tremori, movimenti oscillatori, sensazione di caldo o di freddo, sudorazione profusa, nausea, palpitazioni, dolori al petto. Alcune persone presentano il fenomeno della depersonalizzazione ossia hanno la sensazione di trovarsi all’esterno del proprio corpo e di guardarsi dall’alto. Altre hanno invece la sensazione che il proprio corpo sia irreale (derealizzazione). Ogni attacco può provocare una preoccupazione sempre maggiore, chiamata ansia anticipatoria che può aumentare fino a colmare le ore o le giornate che separano un attacco da un altro.
– Disturbo Ossessivo Compulsivo: disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono idee fisse, irrazionali che si presentano ripetutamente nella mente di un individuo. Le compulsioni sono, invece, rituali, gesti ripetitivi che una persona non può fare a meno di non compiere. Lo scopo delle ossessioni e delle compulsioni è quello di alleviare uno stato d’ansia o prevenire situazioni temute, ma che, in realtà, producono un sollievo solo momentaneo.
– Disturbo Fobico: paura intensa di qualcosa che rappresenta un piccolo o inesistente pericolo reale.
– Disturbo da Stress acuto: sindrome clinica acuta che, in alcuni casi, può conseguire a breve termine all’esposizione o al coinvolgimento in eventi “estremi”: traumi, catastrofi, incidenti o atti di violenza.
– Disturbo Post-Traumatico da Stress: l’insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono ad un evento traumatico, catastrofico o violento e che possono rappresentare (ma non sempre) l’evoluzione clinica a medio-lungo termine del Disturbo da Stress Acuto.
– Disfunzioni Sessuali: ci troviamo dinnanzi ad una Disfunzione Sessuale quando si verifica un’anomalia del processo che modula ed attiva la risposta sessuale, o in presenza di dolore associato al rapporto sessuale. Una normale risposta sessuale attraversa 4 fasi: Fase dell’insorgenza del Desiderio; Eccitazione; Orgasmo; Risoluzione. I Disturbi della risposta sessuale possono interessare e coinvolgere ognuna di queste 4 fasi o interagire su più di una di queste fasi rendendo il problema estremamente complesso.
Tra i disturbi possibili troviamo:
– Disturbo del desiderio ipoattivo (definito anche avversione sessuale)
– Disturbo dell’erezione (nell’uomo, definito anche erroneamente impotenza)e/o assenza di eccitazione sessuale o lubrificazione (nelle donne)
– Anorgasmia o frigidità, cioè l’impossibilità a raggiungere l’orgasmo
– Eiaculazione precoce o ritardata, cioè l’impossibilità a mantenere il coito per un tempo utile a provocare piacere alla propria compagna o a mantenere l’atto sessuale per un tempo eccessivo senza riuscire a raggiungere l’eiaculazione.
– Dolore sessuale o dispaurenia (che può coinvolge entrambi i partner o uno solo di questi) dovuto a cause organiche o a contrazioni vaginali involontarie (vaginismo) che ostacolano la penetrazione e rendono ogni tentativo estremamente doloroso e indirettamente possono produrre una graduale capacità di mantenere l’erezione nel tentativo di penetrare.
– Parafilie, cioè lo spostamento del piacere eccitatorio verso altri elementi della realtà sessuale.
I disturbi alimentari sono una forma di disagio psicologico che si esprime attraverso un’alterazione del rapporto con il cibo. Essi possono assumere varie forme:
– Anoressia: caratterizzata dal rifiuto di mantenere un peso normale e da intensa paura di aumentare il peso
– Bulimia: disturbo alimentare caratterizzato da episodi di abbuffate seguiti di solito da comportamenti compensatori (per es. vomito autoindotto, abuso di lassativi e di diuretici, digiuno e attività fisica eccessiva) in genere finalizzati ad alleviare il senso di colpa provocato dall’abbuffata.
– Obesità e Binge eating disorder: vere e proprie orge (in inglese “binge”) alimentari, spesso consumate in solitudine, ingerendo quantità caloriche eccessive. Queste abbuffate seguono un ordine, un rituale ben preciso, pur avendo sfumature individuali. Il cibo viene usato come “droga”.
– Insonnia: stato in cui una persona percepisce il proprio sonno come insufficiente o insoddisfacente. L’insonnia si presenta in tanti modi diversi, ecco perché clinicamente viene classificata tenendo conto di almeno tre parametri: la sua durata, le possibili cause e la tipologia. L’insonnia si configura come un sintomo, e quindi come il segnale di allarme di un disagio sottostante. Spesso tale disagio può essere stato causato da situazioni particolarmente dolorose e difficili da affrontare ed elaborare quali una separazione o un grave lutto. Anche per questo, spesso l’insonnia si configura come un sintomo temporaneo.
Caratterizzati dalla presenza di tratti di personalità disadattivi, che causano una condizione di disagio soggettivo, tanto da generare molta sofferenza nella persona stessa ma anche in chi gli sta intorno. In genere i sintomi dei disturbi di personalità sono egosintonici (accettabili per la persona) e alloplastici (la persona tende a cambiare l’ambiente, non sé stesso). Ad esempio, alcune persone tendono costantemente a sospettare che gli altri, comprese le persone che gli vogliono bene, possano volergli del male e si comportano di conseguenza, allontanando di fatto da sé tutte le persone potenzialmente in grado di dare loro affetto e dalle quali riceverlo. Alcune persone, invece, hanno costante bisogno di rassicurazioni e di qualcuno che li aiuti a prendere decisioni che da soli temono di non riuscire a prendere e questo può generare sofferenza sia in loro che nelle persone che gli stanno vicino.
Tra i disturbi di personalità ritroviamo:
– Disturbo Paranoide di Personalità
– Disturbo Schizoide di Personalità
– Disturbo Schizotipico di personalità
– Disturbo Antisociale di personalità
– Disturbo Borderline di Personalità
– Disturbo istrionico di Personalità
– Disturbo Narcisistico di Personalità
– Disturbo Evitante di Personalità
– Disturbo Dipendente di Personalità
– Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità
Condizioni patologiche che si possono considerare malattie vere e proprie e che comportano danni a livello organico essendo causate (o aggravate) da fattori emozionali. Essi derivano dal coinvolgimento del sistema nervoso autonomo e sono la risposta “vegetativa” a situazioni diverse di disagio mentale o di stress. Disturbi psicosomatici possono interessare l’apparato gastrointestinale (gastrite, colite ulcerosa, ulcera peptica), l’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa), l’apparato respiratorio (asma bronchiale), l’apparato urogenitale (dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce o anorgasmia, enuresi), la cute (la psoriasi, l’acne, la dermatite atopica, il prurito, l’orticaria, la secchezza delle mucose, la sudorazione), il sistema muscolo-scheletrico (cefalea tensiva, crampi muscolari, torcicollo, mialgia e fibromialgia, artrite, dolori rachidei) e l’alimentazione.
L’identità sessuale è un aspetto fondamentale dell’identità individuale ed è l’esito della complessa interazione tra aspetti biologici, psicologici, sociali e culturali.
Le sue componenti sono:
– il sesso biologico (determinato dai cromosomi, dagli ormoni, dai genitali interni ed esterni),
– l’identità di genere (la consapevolezza certa e profonda di sé come maschi o femmine, come un “sentirsi a casa” nel proprio corpo di donna o uomo che sia),
– il ruolo di genere (l’insieme dei comportamenti ed atteggiamenti che una data società prescrive come tipici per un sesso o per un altro),
– l’orientamento sessuale (l’attrazione affettiva ed erotica per persone dell’altro sesso, del proprio o di entrambi).
Il tema dell’omosessualità, dell’accettazione di sé e del coming-out si rivelano particolarmente importanti in un momento storico in cui l’identità personale risente del clima di incertezza generale. Si rende pertanto necessario un sostegno psicologico specifico durante il delicato percorso di scoperta e accettazione del proprio orientamento affettivo-sessuale.
comportano un’alterazione del comportamento che da semplice e comune abitudine diventa una ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica. La persona dipendente perde ogni possibilità di controllo sull’abitudine. Dal punto di vista delle cause si può dipendere patologicamente da:
– shopping compulsivo
– alcol, fumo, sostanze stupefacenti
– televisione, internet, videogame
– gioco d’azzardo
– sesso, cibo
– Problemi familiari: in presenza di un disagio dell’intero sistema familiare in conseguenza di eventi critici che possono essere normativi (legati a fasi e episodi della vita prevedibili) o paranormativi (dovuti ad eventi imprevedibili come lutti, separazioni)
– Sostegno alla genitorialità: mirato a supportare i genitori durante il difficile e delicato compito di prendersi cura e di rispondere in modo sufficientemente adeguato ai bisogni dei figli, bisogni che sono estremamente diversi a seconda della fase evolutiva.
– Problemi di coppia: problematiche legate a crisi nella coppia, a separazioni e tradimenti, a difficoltà nel raggiungimento di una piena intimità affettiva e anche sessuale
– Disagio adolescenziale: sensazioni di disagio e di malessere vissuti durante una specifica fase della vita spesso dettati dalla necessità dei giovani di confrontarsi con i grossi cambiamenti tipici dell’adolescenza: a livello fisico, cognitivo, emotivo, relazionale ecc.
– Problemi di autostima: problematiche che possono intaccare la fera sociale, professionale, relazionale, affettiva.
Neurolesioni cerebrali varie (trauma cranico, sclerosi multipla, demenze, ictus, traumi midollari, neoplasie, ecc.) possono determinare condizioni di disagio più o meno persistente e intenso da cui possono derivare condizioni psicologiche ben più gravi (depressioni, disturbi d’ansia, ecc.). in tali casi si rende necessario pertanto un sostegno psicologico specifico rivolto ai familiari e ai pazienti affetti da simili patologie, finalizzato all’accompagnamento, all’accettazione di disabilità momentanee e/o permanenti e all’eventuale reinserimento nel contesto sociale di appartenenza.
– Compromissione del funzionamento sociale e lavorativo: in relazione ad eventi ed esperienze esistenziali particolarmente stressanti che possono presentarsi nel corso della vita (ad es. lutti, separazioni, patologie fisiche, trasferimenti, ecc.)
– Mobbing: danni fisici e psicologici dovuti ad episodi di violenza psicologica sul lavoro o in un “comportamento ripetuto, irragionevole, rivolto contro un dipendente o un gruppo di dipendenti, tale da creare un rischio per la salute e la sicurezza”.